Chi più alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna
No Profit
Quali sono le principali motivazioni che spingono un imprenditore ad entrare in questo ambito?
Il desiderio di creare qualcosa che duri, di lasciare una traccia e di essere ricordato rappresenta la principale motivazione che spinge un imprenditore ad entrare nel settore del no profit. In molti imprenditori matura anche l’idea di restituire alla comunità in cui hanno operato quanto ricevuto nella loro vita.
In quali settori del sociale siete più spesso coinvolti?
Nell’ambito del no profit seguiamo in particolar modo gli Enti che hanno finalità assistenziali, di ricerca medica ma anche ricreative e culturali. Sono ambiti in continua crescita. Per esempio, lo dimostrano il successo del “5 per mille” e l’interesse per le nuove forme di fund raising come il crowdfunding. Consigliamo ciascun Ente secondo le proprie effettive esigenze.
Qual è l’impatto della fiscalità sulle iniziative no profit?
Anche in questo caso il tema è quello di trovare lo strumento più adeguato in base alla tipologia di attività svolta. Alla luce del fatto che esiste un disallineamento tra la percezione comune del mondo no profit e quella del fisco italiano: i soggetti che vogliono fare del bene pongono l’attenzione soprattutto sulle proprie motivazioni filantropiche mentre il fisco italiano attribuisce molta importanza non solo agli adempimenti tributari ma anche alla correttezza formale degli adempimenti amministrativi, che non vanno quindi trascurati.